Aiutiamo i bambini a diventare adulti

Abbà si occupa della formazione dei bambini in condizioni disagiate

Lo spettacolo offerto da alcuni paesi emergenti presenta scenari indiscutibilmente raccapriccianti da qualunque angolazione li si osservino. La fame e le malattie mettono a rischio la sopravvivenza di adulti e bambini. Lo sguardo rivolto in maniera privilegiata a questi ultimi assorbe e spesso polarizza immediatamente i sentimenti di ogni umano osservatore.

Abbà, facendo tesoro della lezione ricevuta dalle Cantiche Dantesche, si indirizza a tutti i piccoli che, già salvati da una fine prematura, possano e vogliano dare senso alla loro vita elevandola, con “virtute e conoscenza”, alla dignità cui ogni uomo nato è chiamato a partire dal “miracolo” della sua nascita. In quell’istante trova infatti le sue radici la capacità di agire, cioè la capacità di decidere la propria sorte e quella di coloro che lo circondano. Accompagnare attraverso la scuola lo sviluppo di questa capacità, oscurata spesso dai gravi condizionamenti locali, è l’obiettivo di Abbà.

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La nostra mission

L’Associazione Abbà, nata nel 1993, ha scelto fin dall’inizio l’istruzione come strumento privilegiato per la difesa e la promozione dei bambini e dei giovani, per il miglioramento delle loro condizioni di vita e per la loro partecipazione attiva e consapevole allo sviluppo e al risanamento delle condizioni sociali dei Paesi di appartenenza.

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Sostegno a distanza

La maggior parte dei bambini seguiti in questi anni ha terminato le scuole dell’obbligo: più di 1000 studenti si sono diplomati e oltre cinquanta laureati.
L’istruzione è stata accompagnata da una formazione morale ad opera di partner appositamente scelti da Associazione Abbà per questo importantissimo ruolo.

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Cosa puoi fare

L’adozione permette a ogni bambino di avere vicino a sé qualcuno che si occupi della sua vita anche in mancanza di una famiglia o in presenza di condizioni disagiate o gravi difficoltà economiche. Qualcuno cui poter comunicare il proprio cammino verso un futuro diverso da quello segnato dalle cattive condizioni di partenza.

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News

03/05/2023

Trentennale di Abbà

Il 10 giugno 1993 è stata fondata l'associazione Abbà Vai alla news >

02/05/2023

Chiamata al volontariato dei giovani

Faccia a faccia tra i ragazzi di Abbà e gli allievi del Severi Vai alla news >

28/11/2022

Festa Natalizia dei Volontari di Abbà

Nella sala riunioni "Maria Fina Bicchi" ha avuto luogo la Festa Natalizia in onore delle Volontarie e dei Volontari di Abbà. Vai alla news >

7


Paesi di intervento

226


Soci nel 2020

703


Ragazzi sostenuti

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Dalle parole di Suor Margherita

Jasmine è una bambina di Calabanga (Filippine) chiacchierona e simpatica, vivace e piena di vita.

“Io sono Jasmine e ho 6 anni. Quando ero piccola volevo già essere a scuola perché, secondo mio papà, a scuola potevo fare molte cose: potevo avere tanti amici per giocare, imparare a scrivere il mio nome , imparare a contare le monete nelle tasche di mio papà!

Ma, dentro il cuore, avevo paura. Avevo paura che non sarei mai potuta andare a scuola perché i soldi all'interno della tasca di mio papà non erano mai abbastanza, a volte bastavano solo per comprare riso e verdure.

Pensavo: quando sarò grande sarò un insegnante e metterò un sacco di monete e banconote in tasca di papà in modo da poter comprare le cose buone per la nostra famiglia . Ma non sapevo se avrei mai potuto fare questa cosa perché i soldi per la scuola erano troppo pochi.

Un giorno però papà è tornato a casa con una buona notizia. Ha detto che c’erano persone che volevano aiutarmi ad andare a scuola! Anche se sono lontano da me, voglio dire a loro GRAZIE”

Da Cecilia, Brasile

“Mi chiamo Cecilia e abito a San Paolo. Mio padre è morto prima della mia nascita e da bambina vivevo con mia madre che lavorava come colf in una casa; noi vivevamo li. Affinché mia madre potesse lavorare tranquillamente, dopo la scuola andavo tutti i giorni presso la Casa Sao José, un centro sociale per bambini ed adolescenti situato nel quartiere Santa Cecilia. Mi piaceva motto studiare e avevo buoni risultati a scuola. La direttrice dalla Casa Sao José, Suor Emilia, osservando il mio buon rendimento e le difficili condizioni economiche della mia mamma, mi scelse per partecipare ad un progetto di aiuto a bambini poveri brasiliani: il progetto Abbà.

Grazie al loro aiuto ho sempre potuto acquistare il materiale didattico, libri, l'uniforme e ho potuto pagare i trasporti a scuola.

Ho superato poi il test di ingresso in una università privata di giornalismo. Nello stesso periodo in cui mi sono immatricolata, ho saputo di aver ottenuto una borsa di studio, integrale, offerta dal governo brasiliano ad alunni con un reddito basso. Ho scelto quindi di frequentare un corso di servizi sociali e di cedere la borsa offerta dal progetto Abbà ad un altro alunno.

Durante il periodo di stage, ho usufruito ancora una volta dell'aiuto dell'associazione perché ho lavorato all'interno di Abbà Brasile per un anno, assistendo i bambini, giovani e le loro famiglie. È stato un periodo durante il quale ho appreso molto, ho visto il grande lavoro e l'impegno di tutte le persone che lavorano al progetto, l'importanza per le famiglie dell'aiuto che ricevevano e la loro gratitudine. In seguito ho superato la selezione in un concorso pubblico importante ed ho iniziato a lavorare per il Comune di San Paolo come assistente sociale per malati psichiatrici. Oggi coordino una struttura di assistenza psichiatrica con 500 pazienti e 25 dipendenti. È un lavoro che mi piace molto perché mi permette di aiutare gli altri e di cercare di migliorare le condizioni di vita della gente, cosi come il progetto Abbà ha fatto con me. Sono anche molto felice del mio lavoro perché posso offrire migliori condizioni di vita a mia madre, che ha sempre fatto tanto per me con molta sofferenza e sacrificio, amore e dedizione.

Non mi poteva insegnare a leggere e scrivere, perché lei non lo sapeva, ma mi ha insegnato a rispettare gli altri e lottare per quello che voglio. Ora, che può lavorare meno perché posso contribuire alle spese di casa, l'ho convinta a iscriversi ad un corso perché anche lei possa imparare a leggere e a scrivere. Se non avessi ricevuto, durante la mia vita, l'aiuto da questo progetto, forse al giorno d'oggi vivrei ancora con il sogno di frequentare l'università. Il progetto ha cambiato davvero la mia vita, mi ha dato l'opportunità di studiare e migliorarmi e mi ha insegnato che è importante aiutare il prossimo.

Questa sera rappresento tanti studenti che, come me, oggi hanno un lavoro grazie a voi.

La educazione ha cambiato le nostre realtà di vita povera, ci ha mostrato un mondo nuovo, pieno di possibilità e di sogni, lo sono la prova che aiutare chi ha bisogno attraverso progetti come quello di Abbà vale tantissimo."

Da Roberta, Brasile

Roberta è una ragazza di San Paolo, nel progetto di adozione a distanza con Abbà fin da piccola.

"Sono Roberta, ho 19 anni e vivo con i miei genitori, due fratelli sposati, che abitano con noi, e un nipotino quindi in tutto in casa siamo in otto. Ho iniziato a studiare a sei anni e in quel periodo ho conosciuto Suor Lucia di Goiania che conosceva le difficoltà della mia famiglia e sapeva che i miei genitori erano entrambi alcolizzati.

Le suore mi parlavano dell'Associazione Abbà ma non riuscivo a capire perchè delle persone lontane volevano aiutare chi non conoscevano. Per mezzo dell'aiuto che ho iniziato a ricevere dall'Associazione ho potuto comprare i libri, tutto il materiale scolastico e coprire le spese relative alla scuola aiutando così anche il bilancio della mia famiglia.

Grazie all'aiuto che ricevevo e alle parole delle suore i miei genitori sono riusciti a vedere una prospettiva diversa per le loro vite, una nuova luce: dall'incontro con Suor Lucia la mamma tornava cambiata ed è riuscita a cambiare anche papà. Hanno smesso entrambi di bere e hanno iniziato a dedicarsi di più ai figli e alla casa. Ci sono voluti anni ma ora papà lavora come tecnico contabile, anche se non ha fatto molti studi.

Io attualmente sto terminando le scuole superiori e grazie a voi posso realizzare il mio sogno di entrare in una università e di trovare poi un buon lavoro.Ringrazio sempre il Signore per aver messo voi sul mio cammino perchè devo a voi non solo la possibilità di essere andata a scuola e di poter andare ora all'università ma anche l'abbandono dell'alcool da parte dei miei genitori".

Da Fernanda, Brasile

Fernanda, una ragazza di San Paolo che ha frequentato l’università grazie ad una borsa di studio Abbà ci scrive per raccontarci della sua laurea e del suo nuovo lavoro.

“Faccio parte del Progetto Abbà da quando avevo 9 anni e quando ho terminato la scuola volevo frequentare un corso universitario di Infermeria. Purtroppo le difficili condizioni economiche della mia famiglia dovute anche ai problemi di salute di mia sorella non mi avrebbero mai permesso di proseguire gli studi. Ma grazie a voi e al vostro aiuto ho potuto coronare il mio sogno: l’università è stata anche un rifugio dai miei problemi familiari e mi ha permesso di superare il dolore per il problemi di mia sorella studiando e occupandomi degli altri.

A dicembre 2006 mi sono laureata ed è stata la mia maggior conquista e il più grande orgoglio per tutta la mia famiglia e soprattutto per mia madre.

Attualmente sono molto felice perchè sono infermiera nell’Ospedale Albert Einstain di Alphaville e mi occupo del trasporto aeromedico dei pazienti. Lavoro inoltre in un altro ospedale come assistente nel reparto di pronto soccorso. Per completare i miei studi sto frequentando la specializzazione in Tecniche di assistenza di emergenza nel Centro Ospedaliero Universitario São Camilo.

Ringrazio Dio per avermi fatto incontrare Abbà e ringrazio voi non solo per il vostro aiuto ecnomico ma anche per avermi aiutato in questi 12 anni a non desistere e a non smettere di studiare anche nei momenti più difficili in cui mia sorella era molto malata e i problemi in famiglia erano davvero grandi. Mi avete dato molta forza e fiducia in me e ora grazie a voi sono una persona più serena, più sicura ed in grado di aiutare anche io gli altri.”

Da Mariane, Camerun

Mariane, una ragazza di Bertoua (Camerun) per molti anni nel progetto di adozione a distanza di Abbà, ci scrive per ringraziarci dell'aiuto ricevuto ora che ha terminato gli studi ed ha trovato un lavoro.

Ha avuto una vita molta dura: dopo la morte della madre per AIDS e poi del padre, ha vissuto a lungo con la nonna e la sorella handicappata. Nel 2007 ha terminato il biennio di informatica ed ha scelto di cercarsi un lavoro per lasciare spazio ad un altro bambino bisognoso. Attualmente lavora come educatrice in una scuola materna ed è molto brava con i bambini. Lo stipendio le permette di provvedere alle sue necessità, alla figlioletta di due anni e mezzo e di sua sorella disabile.

"[...] Vi scrivo per parlarvi del mio nuovo lavoro, che ho trovato appena terminata la scuola e che amo moltissimo, anche perchè mi permette di apprendere moltissime cose. [...] Voglio ringraziarvi per tutto quello che fate per tutti i bambini del mondo e in particolare per me. Spero che il Signore vi doni quello che voi avete donato a me: la saggezza, il coraggio e la forza di superare tutte le difficoltà che si incontrano lungo il nostro cammino."

Dalle suore di Elbasan e Bathore, Albania

"I cinquecento allievi della scuola "Imelda Lambertini" sono una promessa di futuro per la città di Elbasan e per tutta l'Albania. Vivono e crescono insieme musulmani, ortodossi, cattolici, senza tensioni e divisioni. Ciò che li unisce e li entusiasma è il desiderio di conoscere, di scoprire, di realizzare cose nuove."

[...] Durante l'anno scolastico cercheremo di scoprire insieme le bellezza dell'Albania e non solo...lo sguardo sarà aperto all'orizzonte del mondo e su altre terre, popoli, culture. L'Albania è un popolo che sta riscoprendo il suo posto e la sua identità nella Storia e si colloca in atteggiamento di apertura e condivisione.

[...] A Bathore accanto alla scuola passa una strada molto frequenatta e fin dalle luci dell'alba senti i passi degli uomini che si avviano in fretta al lavoro. Camminano veloci perchè se arrivano in ritardo al punto di raccolta dei lavoratori il pane per sfamare la famiglia quel giorno non ci sarà. Dopo il passaggio dei lavoratori arrivano i bambini e gli adolescenti diretti alla scuola che con il loro vociare rallegrano la via. Ci sono poi le ragazze e le giovani mamme che con squadra, libro, forbici, matite e tanta voglia di imparare si affrettano a partecipare ai corsi di taglio e cucito da noi organizzati. Per crescere in dignità, professionalità e nella possibilità di un lavoro dignitoso in una delle numerose fabbriche che sono sorte nella zona.

[...] I mass media presentano fatti di cronaca spesso negativi che suscitano reazioni di rifiuto nei confronti del popolo albanese ma la ricostruzione graduale e silenziosa della persona e del contesto sociale ed umano non fa rumore e raramente trova spazio nei mezzi di comunicazione. È la storia scritta silenziosamente da migliaia di uomini e donne di ogni età e soprattutto dalla freschezza di migliaia di bambini che si aprono alla vita, alla conoscenza e al fratello vicino e lontano."

Abbà
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